domenica 9 giugno 2013

Superenduro? No problem!!!

C'è gente che si entusiasma e fa di tutto pur di entrare nella storia di "Io Voglio Caduto" anche se...a dire il vero questo "progetto" voleva soltanto esorcizzare questo tipo di infortuni.

Ma come sempre siete tutti di cuore e vi impegnate al 100%...eccone un'altro, Andrea Marchesini, 5° metacarpo mano sinistra, ieri a Pogno sulle PS del tracciato Superneduro.
Ne avrà per un pò misà...mi sa che gli mettono un paio di viti O_O


martedì 7 maggio 2013

1# Issue: il volo di Claudio Bonicalzi

[Testo di Claudio Bonicalzi]

Bene, visto che la copertina sulla pagina di FACEBOOK e' mia, tocca a me rompere il ghiaccio. Percorso che conosco come casa mia, fatto decine di volte, la buona e genuina compagnia di alcuni riders di Emissioni Zero.
Finalmente sole dopo settimane di pioggia, tutto perfetto. Decido di provare meglio la nuova front in acciaio che sto allestendo e che mi gasa un sacco, contro il parere del maestro Ale Ceck che non condivide.
La nuova ragazza da' sensazioni diverse, non parlo di efficacia o prestazioni, ma di feeling e reazioni diverse, più fisiche. Mi diverto, digerisco pure le roccette del 10 al campo dei fiori con maggior sforzo e tecnica, ma mi diverto un sacco... Giro quasi finito, mancano le radici dell'ultimo sottobosco...Manubrio che chiude e cappottone sbalzato in avanti.
Casco e zaino con protezioni fanno davvero la loro parte, ma nelle zone non protette le escoriazioni sono inevitabili.
E poi c'è la maledetta articolazione della spalla.Memore degli amici già sacrificati sull'altare dell'acromion-claveare credo di averci pensato durante il "volo" e penso a ruotare proteggendo la spalla (o almeno credo...). Il referto del ps mi da' conforto, sub-lussazione di primo grado, non dovrebbe aver toccato legamenti e capsula, si vedrà nei prossimi giorni.
L'emozione più grande trovare gli amici riders, il Presidente, chi lo ha saputo da fb, ad aspettarmi al bar fuori dall'ospedale (per ingannare l'attesa la birra e' stata una buona compagna...).
Le riflessioni a freddo (quando le contusioni si fanno sentire tutte...) riguardano la precarietà del nostro quotidiano, la non lucida volontà di usare un mezzo dall'equilibrio instabile per provare emozioni, piccole o grandi, un senso di libertà troppo spesso avvilito dalla nostra routine.

"La vita e' come andare in bicicletta, per stare in piedi devi continuare a muoverti" e come la vita capita di cadere e farti male, ma l'importante e' alzarsi. Se poi alle proprie forze si aggiunge la presenza di qualche buon amico che ti tende una mano, la risalita e' più facile e le escoriazioni con una birra insieme fanno meno male.

(La citazione non è mia, ma di un capellone spettinato e ripetente a scuola di nome Albert Einstein)